Le domande più frequenti e le risposte dei nostri esperti

Dr. Ramella

Dott. Attilio Ramella

Sempre più spesso i pazienti mi chiedono di sostituire le otturazioni in amalgama con altre “meno tossiche”. Questa richiesta mi viene fatta direttamente dal paziente, sensibilizzato da letture specifiche o altre fonti d’informazione. Spesso sono altri medici, a consigliare la sostituzione, perché hanno riscontrato stati d’intossicazione da mercurio, proveniente dall’amalgama.
Un’otturazione in amalgama, infatti contiene mediamente 440 mg di Mercurio e può rilasciare ogni giorno parte di questo mercurio per fenomeni di abrasione (durante la masticazione), corrosione e disgregazione elettrolitica all’interno della cavità orale.
I sali dei cibi, le acque gassate, gli acidi alimentari incrementano ulteriormente la disgregazione delle amalgame.
Il mercurio può essere posto in relazione a tossicità cellulare, neurotossicità con conseguenti malattie neurodegenerative, immunotossicità, danni a carico del sistema endocrino, rischi relativi alla fertilità e allo sviluppo embrionale. In Svezia, Danimarca e Norvegia è bandito l’uso delle amalgame. In Italia è solamente controindicata nelle donne incinte e nei bambini.
Anch’io sono d’accordo sulla tossicità delle otturazioni in amalgama e sulla necessità di doverle rimuovere, molto IMPORTANTE È CHE VENGANO RIMOSSE SEGUENDO UN PROTOCOLLO MOLTO SPECIFICO.
Le otturazioni in amalgama vengono sostituite con otturazioni o con intarsi in materiale composito dello stesso colore del dente naturale.
Questi materiali di ultima generazione sono dotati di ottime caratteristiche biologiche e meccaniche, prive di metalli e impurità e quindi assolutamente inerti e biocompatibili.

Spesso giungono nel nostro studio pazienti che lamentano la mancanza di osso per una riabilitazione con l’implantologia dentale, ai quali è stato detto di rinunciare alla possibilità di poter avere denti fissi.
In realtà il 95% di questi casi vengono da noi risolti con diverse modalità terapeutiche

 

Inserimento innesto osseo: è il processo di addizione ossea alla struttura esistente per fornire una base adeguata all’inserimento dell’impianto. L’osso della mascella può essere stimolato a crescere grazie a vari metodi sintetici o naturali. Questa può essere un’alternativa od una combinazione di diverse soluzioni. Le possibilità sono:

  • L’uso dell’osso già esistente in bocca. Si ricupera l’osso della vostra bocca poi lo si usa per preparare il settore per implantologia. Questa è la tecnica più semplice ed è più usata.
  • Materiali sintetici. Alcune volte si può scegliere di utilizzare materiali sintetici per stimolare la crescita dell’osso.
  • Rialzo del seno mascellare. Al mascellare, nella parte superiore dei denti posteriori (dove sono i seni mascellari) l’osso può essere insufficiente per sostenere gli impianti. In questo caso si procede a sollevare la membrana sinusale e poi fa un riempimento di osso al livello dei seni per avere sufficiente struttura ossea per fissare gli impianti dentali.

La toronto bridge è una protesi di tipo fisso, essa viene realizzata su impianti dentali inseriti precedentemente nel mascellare superiore o nella mandibola del paziente, molto spesso in una sola seduta ambulatoriale. In seguito dopo un periodo di osteointegrazione degli impianti dentali, che va all’incirca dai 4 ai 6 mesi, si procede alla realizzazione della protesi fissa, in questo caso del toronto bridge.

La toronto bridge è attualmente una delle soluzioni protesiche implantologiche molto diffusa sia per i costi contenuti nella sua realizzazione, sia per il grado di qualità che si riesce ad offrire ai pazienti e sia per il largo spettro di casistica in cui si può applicare.

Gli apparecchi ortodontici fissi non danneggiano lo smalto dei denti. Vengono applicati con dei compositi a rilascio di fluoro. Quando vengono poi rimossi alla fine del trattamento, il residuo di composito viene tolto con delle frese particolari create apposta per non danneggiare lo smalto dei denti.
Se i denti e le basi ossee sono sani non si è mai troppo vecchi per iniziare un trattamento ortodontico. In persone di 50-60 anni possono essere spostati allo stesso modo con cui lo sono denti e basi ossee sane in persone di 15-25 anni.
Considerato che alcune malocclusioni scheletrico-dentali si possono trattare già intorno ai 4/5 anni di età, possiamo considerare questa l’età più appropriata per la prima visita dall’ortodontista. Inoltre, è proprio verso i 4/5 anni di età, che si preferisce trattare ortodonticamente le malocclusioni in cui si rileva un problema scheletrico che può complicarsi con la crescita, ad esempio il morso incrociato con latero-deviazione funzionale della mandibola o le terze classi scheletrico-funzionali.
Dr. Ramella

Dott. Luca Esposito

Dr. Ramella

Dott.ssa Emma Rosaia

Il dolore alla cervicale o più generalmente un mal di schiena può dipendere dai denti.
Ad essere più precisi, potrebbe essere causato dai muscoli della mandibola.
Normalmente la mandibola si muove senza interferire sui muscoli circostanti, ma a volte i muscoli mandibolari possono lavorare male e rimanere contratti e rigidi anche per breve tempo.
Quando accade?
Quando siamo in presenza di una cattiva chiusura dei denti (malocclusione), dovuta ad arcate dentarie oblique o basse, o alla mancanza di molari o più semplicemente in presenza di una gengivite laterale. Sappiamo che la mandibola è l’unica parte ossea che pende dal corpo è ha la necessita di muoversi in modo simmetrico. Qualora questo non succeda, la mandibola si troverà a lavorare più da una parte e tutta la muscolatura mandibolare ne risentirà, contraendosi.
Questa contrazione si rifletterà poi sui muscoli nelle vicinanze e di riflesso quindi sui muscoli e nervi presenti nella zona cervicale, causando i sintomi dolorosi di quella che comunemente chiamiamo “cervicale”.
Anche lo stress, come al solito fa la sua parte, perchè si è notato che in condizioni di stress si può arrivare al digrignamento dei denti durante la notte (Bruxismo), che comporta una contrazione lunga della muscolatura della mandibola e quindi ad un risveglio con quello che comunemente si chiama “collo rigido”.
Ma i sintomi della cervicale non sono l’unica conseguenza di una mandibola che lavora male.
Anche la postura del corpo può cambiare, portando sempre a conseguenze dolorose per la schiena.
No, perchè la colonna vertebrale si accorgerà di questo cambiamento e si piegherà a sua volta, per rispettare la posizione del capo, causando possibili dolori alla schiena.
Sarà, allora, il caso di prendere in considerazione una serie di fattori che possono aiutare a capire se il nostro dolore alla cervicale o alla schiena è causato dalla masticazione.

Bite in inglese vuole dire “morso”, e sta a significare genericamente qualunque cosa mettiamo fra i denti.
Questi dispositivi odontoiatrici, proprio per il nome che portano, servono a MODIFICARE il combaciamento fra arcata dentaria mascellare e mandibolare, allo scopo di ritrovare una posizione perduta o per ricreare una possibilità di guarigione o di ricondizionamento neuro muscolare ed articolare. Servono inoltre per ristabilire schemi posturali perduti e quindi tutto ciò che può essere ad essi correlati: cefalee, mal di schiena, dolori cervicali, torcicolli, formicolii alle estremità, appoggi plantari, efficienza muscolare negli sportivi, vertigini, ronzii auricolari, apnee notturne ecc.
Ronzio, fischi, sibili, acufeni, ovattamento auricolare, sensazione di diminuzione dell’udito, (ipoacusia), vertigini, sensazione di instabilità dell’equilibrio, dolori articolari con scrosci e click nei movimenti della mandibola, dolori attorno all’orecchio, dolori all’occhio, dolori cervicali, si associano altre patologie come: la nevralgia del trigemino, la parodontite, la piorrea, il bruxismo, dolori da disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare.
Il mio consiglio è di fare una visita gnatologica che possa escludere o confermare una di queste cause e aiutarvi a trovare un rimedio efficace.

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